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elettrovalvola solubili Bianchi macchina vending BVM972 2503261601 25032616 ode 5037R4S90 ILA12024HS 24v DC 1120084
PRODUTTORE
MODELLO
BIANCHI
per Macchina vending (BIANCHI) BVM972
PRODOTTI ADATTABILI / COMPATIBILI PER
CODICE
PRODUTTORE
25032616
BIANCHI
25032616-01
BIANCHI
50003A
LIBERTY VERTRIEBS
5037R4S90+...
ODE
VLV182
RICAMBI GARDOSI
GLOSSARIO
Nel presente capitolo vengono illustrati alcuni termini tecnici utilizzati nel catalogo ODE.
Nucleo fisso: componente in materiale ferromagnetico
che grazie all'effetto di un campo
magnetico, generato dalla bobina, attira verso di
se il nucleo mobile.
Nucleo mobile: componente in materiale
ferromagnetico che, sotto l'effetto di un campo
magnetico si sposta, andando ad avvicinarsi al
nucleo fisso, e causando, direttamente o indirettamente,
la commutazione dell'elettrovalvola.
Spesso sul nucleo mobile sono alloggiati uno o
più otturatori che vanno ad aprire o chiudere uno
o più orifici permettendo il funzionamento
dell'elettrovalvola.
Assieme nucleo mobile: è l'insieme del nucleo mobile, degli otturatori, delle eventuali
molle.
Cannotto: tubo guida dentro a cui scorre il nucleo mobile.
Assieme cannotto: è l'insieme di nucleo fisso e cannotto generalmente saldati o assemblati mediante rullatura, filettatura o altro.
Bobina: è costituita da un avvolgimento di rame, da un rocchetto di supporto e da una
staffa in materiale ferromagnetico. Il tutto è sovrastampato con materiale isolante. Dal sovrastampaggio, sporgono le connessioni elettriche, che possono essere diverse a seconda del tipo di bobina. (vedi INDICE BOBINE).
L'avvolgimento serve a generare il campo magnetico mentre la staffa in materiale ferromagnetico serve a chiudere il circuito magnetico costituito, oltre che dalla staffa stessa, dal nucleo mobile e dal nucleo fisso.
Otturatore (o guarnizione di tenuta): componente che può essere alloggiato direttamente nel nucleo mobile, in un portaguarnizione, nel pistone o far parte dell'assieme membrana.
L'otturatore, spostandosi, apre o chiude un orificio permettendo o impedendo il passaggio del fluido.
In alcune valvole, sono presenti più otturatori: per esempio nelle elettrovalvole a tre vie ad
azione diretta, i due otturatori, alloggiati alle estremità del nucleo mobile, vanno ad aprire e a chiudere alternativamente l'orificio di alimentazione e di scarico. Anche nelle elettrovalvole ad azione mista e in quelle servocomandate, sono presenti due otturatori, uno che agisce sull'orificio pilota, mentre l'altro agisce sull'orificio principale.
A volte la funzione di otturatore viene svolta direttamente dalla membrana o dal pistone.
Nota: nella stessa elettrovalvola possono essere presenti otturatori realizzati con materiali
differenti.
Orificio: è un componente forato che viene aperto o chiuso dall'otturatore permettendo o impedendo il passaggio del fluido. Può essere ricavato per lavorazione con utensili oppure riportato.
L'orificio principale di un'elettrovalvola è quello che permette di ottenere la portata massima dell'elettrovalvola stessa, mentre si parla di orificio pilota riferendosi ad un orificio che, una volta aperto a chiuso causa uno squilibrio di pressioni che porta all'apertura o alla chiusura dell'orificio principale per mezzo di una membrana o di un pistone.
Membrana: elemento presente nelle elettrovalvole ad azione mista o servocomandate atto ad aprire o chiudere l'orificio principale sotto l'effetto di pressioni differenti sulle sue superfici.
Assieme membrana: è l'insieme di componenti solidali alla membrana quali piattello,
ragnetto, ribattino ecc.
Pistone: elemento presente nelle elettrovalvole ad azione mista o servocomandate atto ad aprire o chiudere l'orificio principale sotto l'effetto di pressioni differenti sulle sue superfici.
Assieme pistone: è l'insieme di componenti solidali al pistone quali piattello, ragnetto,
ribattino, otturatore ecc.
Corpo: parte centrale dell'elettrovalvola. Sul corpo abbiamo i raccordi ed al suo interno si trova,
generalmente, l'orificio principale. Vi sono casi in cui il corpo è diviso in due parti: per esempio nelle elettrovalvole a caduta si ha il corpo superiore sul quale troviamo il raccordo di alimentazione ed il corpo inferiore, sul quale si trova l'orificio principale ed il raccordo di
utilizzo.
Coperchio: è presente in alcune elettrovalvole, generalmente in tutte le servocomandate. Nel coperchio di queste ultime, normalmente, è alloggiato l'orificio pilota.
Raccordo: è il componente meccanico che permette di collegare l'elettrovalvola ai condotti di alimentazione, di utilizzo e di scarico.
1.1 Elettrovalvole a 2 vie normalmente chiuse a comando diretto
Componenti principali: corpo con orificio principale, assieme cannotto + assieme nucleo
mobile (kit normalmente chiuso), bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole a 2 vie normalmente chiuse a comando diretto presentano un raccordo di entrata ed un raccordo di utilizzo. Il nucleo mobile, sul quale è montata una guarnizione
di tenuta, provvede direttamente ad aprire e a chiudere l'orificio principale ell'elettrovalvola. Quando la bobina non è alimentata, il nucleo mobile si trova in posizione tale da
chiudere l'orificio non permettendo il passaggio del fluido.
Quando invece la bobina viene alimentata, il nucleo mobile si sposta in posizione tale da aprire l'orificio permettendo il passaggio del fluido.
Note:
In questa famiglia di elettrovalvole un aumento di pressione provoca l'aumento della forza necessaria per aprire la valvola: se la differenza di pressione tra l'alimentazione e l'utilizzo è superiore al valore massimo per cui è stata progettata l'elettrovalvola, quest'ultima potrebbe non aprirsi anche a bobina alimentata.
1.2 Elettrovalvole a 2 vie normalmente aperte a comando diretto
Componenti principali: corpo con orificio principale, assieme cannotto + nucleo mobile +
astina + assieme portaguarnizione (kit normalmente aperto), bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole a 2 vie normalmente aperte a comando diretto presentano un raccordo di entrata ed un raccordo di utilizzo.
Il nucleo mobile agendo attraverso un'astina sul portaguarnizione provvede ad aprire e a chiudere l'elettrovalvola. Quando la bobina non è alimentata, il portaguarnizione, sotto l'azione di una molla, viene mantenuto in posizione tale che l'orificio risulti aperto, permettendo il passaggio del fluido.
Quando invece la bobina viene alimentata, il nucleo mobile si sposta verso il basso e, attraverso l'astina, spinge i portaguarnizione in posizione tale da chiudere l'orificio, non
permettendo il passaggio del fluido.
Note:
In questa famiglia di elettrovalvole un aumento di pressione provoca l'aumento della forza necessaria per aprire la valvola:
se la differenza di pressione tra l'alimentazione e l'utilizzo è superiore al valore massimo per cui è stata progettata l'elettrovalvola, quest'ultima potrebbe non riaprirsi anche a
bobina diseccitata.
1.3 Elettrovalvole a 2 vie normalmente chiuse servocomandate
Componenti principali: corpo con orificio principale, coperchio con orificio pilota, assieme membrana (o pistone), assieme cannotto + assieme nucleo mobile (kit normalmente chiuso),
bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole a 2 vie normalmente chiuse servocomandate presentano un raccordo di entrata ed un raccordo di utilizzo.
L'apertura dell'orificio principale, presente nel corpo,
avviene per effetto di uno squilibrio di pressioni tra la faccia
superiore e la faccia inferiore di una membrana (o di un
pistone): quando la bobina non è alimentata, nella camera
sopra alla membrana si ha fluido in pressione, mentre
al di sotto della membrana si ha pressione solo nella zona
esterna all'orificio principale: perciò la risultante delle
forze sulla membrana risulta tale da spingere la membrana
a chiudere l'orificio principale. Quando la bobina
viene alimentata, lo spostamento del nucleo mobile su cui
è montata una guarnizione, provoca l'apertura di un orificio
(orificio pilota) e scarica la camera sopra alla membrana:
lo squilibrio di pressioni causa lo spostamento della
membrana che apre l'orificio principale.
Note:
In questa famiglia di elettrovalvole è necessaria una
minima differenza di pressione tra il raccordo di
alimentazione e quello di utilizzo per garantire il corretto
funzionamento dell'elettrovalvola stessa. Tuttavia
un'eccessiva differenza di pressione tra l'alimentazione e
l'utilizzo, come sulle elettrovalvole a 2 vie normalmente
chiuse a comando diretto, causa un aumento della forza
necessaria per l'apertura dell'orificio pilota, per cui se
questa differenza di pressione è superiore al valore
massimo per cui è stata progettata l'elettrovalvola,
quest'ultima potrebbe non aprirsi anche a bobina alimentata.
Per il corretto funzionamento dell'elettrovalvola e per evitare il rapido deperimento della membrana,
è auspicabile che, nel momento in cui si inizia a chiudere la valvola, il valore di portata
non sia superiore al Kv, cioè al valore di portata garantito con perdita di carico
attraverso l'elettrovalvola pari a 1 bar. Per questo, se la pressione di alimentazione a valvola
aperta risulta superiore ad 1 bar, è sconsigliabile l'utilizzo della valvola a bocca libera, cioè
senza un'opportuna strozzatura sulla bocca di scarico che riporti la perdita di carico
sull'elettrovalvola al valore di 1 bar.
Inoltre bisogna prestare particolare attenzione nella progettazione del circuito idraulico, al
problema dei colpi d'ariete, che possono causare sovrapressioni tali da lacerare la membrana
o danneggiare altre parti dell'elettrovalvola.
INFORMAZIONI
1.4 Elettrovalvole a 2 vie normalmente aperte servocomandate
Componenti principali: corpo con orificio principale, coperchio con orificio pilota, assieme
membrana (o pistone), assieme cannotto + nucleo mobile + portaguarnizione + guarnizione (kit
normalmente aperto), bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole a 2 vie normalmente aperte
servocomandate presentano un raccordo di entrata ed un
raccordo di utilizzo.
Il funzionamento di queste elettrovalvole è, per quanto
riguarda lo spostamento della membrana, identico a quello
delle elettrovalvole a 2 vie normalmente chiuse
servocomandate, ma al posto del kit normalmente
chiuso, viene montato un kit normalmente aperto che apre
e chiude l'orificio pilota. In questo caso, quindi con bobina
alimentata si avrà l'orificio pilota chiuso e quindi la
membrana in posizione tale da chiudere l'orificio
principale, mentre con bobina non alimentata, l'orificio
pilota risulta aperto provocando l'apertura dell'orificio
principale.
Note:
In questa famiglia di elettrovalvole è necessaria una
minima differenza di pressione tra il raccordo di
alimentazione e quello di utilizzo per garantire il corretto
funzionamento dell'elettrovalvola stessa. Tuttavia
un'eccessiva differenza di pressione tra l'alimentazione e
l'utilizzo, come sulle elettrovalvole a 2 vie normalmente
aperte a comando diretto, causa un aumento della forza
necessaria per l'apertura dell'orificio pilota, per cui se
questa differenza di pressione è superiore al valore massimo
per cui è stata progettata l'elettrovalvola, quest'ultima
potrebbe non riaprirsi anche a bobina non alimentata.
Per il corretto funzionamento dell'elettrovalvola e per evitare il rapido deperimento della membrana,
è auspicabile che, nel momento in cui si inizia a chiudere la valvola, il valore di portata
non sia superiore al Kv, cioè al valore di portata garantito con perdita di carico
attraverso l'elettrovalvola pari a 1 bar. Per questo, se la pressione di alimentazione a valvola
aperta risulta superiore ad 1 bar, è sconsigliabile l'utilizzo della valvola a bocca libera, cioè
senza un'opportuna strozzatura sulla bocca di scarico che riporti la perdita di carico
sull'elettrovalvola al valore di 1 bar.
Inoltre bisogna prestare particolare attenzione nella progettazione del circuito idraulico, al
problema dei colpi d'ariete, che possono causare sovrapressioni tali da lacerare la membrana
o danneggiare altre parti dell'elettrovalvola.
1.5 Elettrovalvole a 2 vie a comando misto
Componenti principali: corpo con orificio principale, coperchio, assieme membrana (o pistone),
assieme cannotto + assieme nucleo mobile, bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole a 2 vie normalmente chiuse a comando
misto presentano un raccordo di entrata ed un raccordo
di utilizzo.
L'apertura dell'orificio principale, presente nel corpo,
avviene per effetto di uno squilibrio di pressioni tra la faccia
superiore e la faccia inferiore di una membrana (o di
un pistone) unitamente ad un'azione diretta del nucleo
mobile che è vincolato alla membrana. In sostanza il funzionamento
è simile a quello delle elettrovalvole servocomandate
per quanto riguarda lo spostamento della
membrana, con la differenza che, anche con piccole
differenze di pressione tra alimentazione ed utilizzo, il
funzionamento è garantito dall'azione diretta esercitata dal
nucleo mobile sulla membrana. Quindi, anche in questo
caso, quando la bobina non è alimentata, nella camera
sopra alla membrana si ha fluido in pressione, mentre al di
sotto della membrana si ha pressione solo nella zona esterna
all'orificio principale: perciò la risultante delle forze
sulla membrana risulta tale da spingere la membrana
a chiudere l'orificio principale. Quando la bobina viene
alimentata, lo spostamento del nucleo mobile su cui è
montata una guarnizione, provoca l'apertura di un orificio
presente sull'assieme membrana (orificio pilota) e scarica
la camera sopra alla membrana; contemporaneamente il
nucleo esercita una forza diretta sulla membrana aiutandola
ad aprirsi. La somma di questa forza e dello squilibrio
di pressioni sui due lati della membrana causa lo
spostamento della membrana stessa che apre l'orificio
principale.
Note:
In questa famiglia di elettrovalvole, a differenza di quelle
servocomandate, non è necessaria una minima differenza
di pressione tra il raccordo di alimentazione e quello di utilizzo
per garantire il corretto funzionamento dell'elettrovalvola stessa. Tuttavia un'eccessiva differenza
di pressione tra l'alimentazione e l'utilizzo, come sulle elettrovalvole a 2 vie normalmente
chiuse a comando diretto, causa un aumento della forza necessaria per l'apertura dell'orificio
pilota, per cui se questa differenza di pressione è superiore al valore massimo per cui è stata
progettata l'elettrovalvola, quest'ultima potrebbe non aprirsi anche a bobina alimentata.
Per il corretto funzionamento dell'elettrovalvola e per evitare il rapido deperimento della membrana,
è auspicabile che, nel momento in cui si inizia a chiudere la valvola, il valore di portata
non sia superiore al Kv, cioè al valore di portata garantito con perdita di carico attraverso l'elettrovalvola
pari a 1 bar. Per questo, se la pressione di alimentazione a valvola aperta risulta superiore
ad 1 bar, è sconsigliabile l'utilizzo della valvola a bocca libera, cioè senza un'opportuna
strozzatura sulla bocca di scarico che riporti la perdita di carico sull'elettrovalvola
al valore di 1 bar.
Inoltre bisogna prestare particolare attenzione nella progettazione del circuito idraulico, al
problema dei colpi d'ariete, che possono causare sovrapressioni tali da lacerare la membrana
o danneggiare altre parti dell'elettrovalvola.
INFORMAZIONI
1.6 Elettrovalvole proporzionali a comando diretto
Componenti principali: corpo con orificio principale, assieme cannotto +vite di regolazione
+ nucleo mobile + guarnizione, bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole proporzionali a comando diretto presentano un
raccordo di entrata ed un raccordo di utilizzo. Il nucleo mobile,
sul quale è montata una guarnizione di tenuta, provvede direttamente
ad aprire e a chiudere l'orificio principale dell'elettrovalvola.
A differenza delle elettrovalvole a due vie normalmente chiuse,
per le quali si hanno solo due stati, aperta o chiusa, un'elettrovalvola
proporzionale è in grado di aprirsi parzialmente in funzione
della corrente che viene fatta scorrere nella bobina.
Attraverso la vite di regolazione, si può tarare l'elettrovalvola in
modo che, a bobina non alimentata, garantisca la tenuta perfetta
alla massima pressione di progetto.
Per chiarimenti riguardo i metodi utilizzati per l'alimentazione e
il controllo di questo tipo di elettrovalvole, si faccia riferimento
alla scheda relativa al funzionamento di queste valvole in questa
stessa sezione. E' importante notare che le elettrovalvole proporzionali
utilizzano sempre bobine in corrente continua. (DC)
Note:
La locuzione "sotto spillo" indica il fatto che il fluido entra
nell'elettrovalvola da sotto l'orificio. Nelle elettrovalvole proporzionali
a comando diretto, che appunto vengono alimentate
"sotto spillo" come le elettrovalvole a tre vie, un aumento di
pressione provoca la diminuzione della forza necessaria per
aprire la valvola: se la differenza di pressione tra l'alimentazione
e l'utilizzo è superiore al valore massimo per cui è stata tarata
l'elettrovalvola, quest'ultima potrebbe aprirsi anche a bobina non
alimentata. Le elettrovalvole proporzionali vengono tarate una
per una in sede di montaggio e collaudo tramite la vite di regolazione
inserita nel nucleo fisso: un'eventuale modifica di questa
taratura può comportare un differente comportamento
dell'elettrovalvola rispetto ai dati riportati sull'etichetta.
2.1 Elettrovalvole a 3 vie normalmente chiuse a comando diretto
Componenti principali: corpo con orificio, assieme cannotto + nucleo fisso + nucleo mobile
+2 guarnizioni (kit 3 vie), bobina.
Funzionamento:
Le elettrovalvole a 3 vie normalmente chiuse presentano un
raccordo di entrata, un raccordo di utilizzo ed un raccordo di
scarico. Il nucleo mobile, sul quale sono montate due
guarnizioni di tenuta, provvede direttamente ad aprire e a chiudere
l'orificio principale dell'elettrovalvola con una delle due
guarnizioni e, contemporaneamente, apre o chiude l'orificio di
scarico con l'altra guarnizione. Quando la bobina non è alimentata,
il nucleo mobile si trova in posizione tale da chiudere
l'orificio principale non permettendo il passaggio del
fluido dal raccordo di alimentazione a quello di utilizzo. Il raccordo
di utilizzo, invece, è in comunicazione con il raccordo di
scarico.
Quando la bobina viene alimentata, il nucleo mobile si sposta
in posizione tale da aprire l'orificio principale e da chiudere
l'orificio di scarico permettendo il passaggio del fluido dal raccordo
di alimentazione a quello di utilizzo e impedendo il passaggio
verso il raccordo di scarico.
Note:
La locuzione "sotto spillo" indica il fatto che il fluido entra nell'elettrovalvola
da sotto l'orificio. Nelle elettrovalvole a 3 vie,
che appunto vengono alimentate "sotto spillo", un aumento di
pressione provoca la diminuzione della forza necessaria per
aprire la valvola: se la differenza di pressione tra l'alimentazione
e l'utilizzo è superiore al valore massimo per cui è stata
progettata l'elettrovalvola, quest'ultima potrebbe aprirsi anche a bobina non alimentata.
INFORMAZIONI
Le ELETTROVALVOLE PROPORZIONALI ODE permettono di controllare la portata del fluido che le attraversa tramite la variazione della corrente che scorre nella bobina.
Questa è la principale differenza tra questo tipo di elettrovalvole e quelle di tipo tradizionale, per le quali la portata del fluido è determinata esclusivamente dalla differenza tra la pressione a monte e a valle dell’elettrovalvola stessa (ΔP).
Se, a parità di ΔP, si ha necessità di disporre di portate differenti, le elettrovalvole proporzionali sono adatte a risolvere il problema.
Dal punto di vista pratico, pur montando bobine in corrente continua, per queste elettrovalvole è previsto un tipo di alimentazione particolare, che permette di dosare la corrente che scorre effettivamente nella bobina variando un parametro noto come “duty-cycle”, che è direttamente collegato alla corrente che scorre nella bobina (vedi paragrafo “Cenni sull’elettronica di controllo”).
Si è accennato che con questo tipo di elettrovalvole, la portata è determinata dalla corrente che scorre nella bobina oltre che dal ΔP.
Si potranno quindi stilare delle curve di portata dove uno di questi parametri sarà mantenuto fisso mentre l’altro
sarà la variabile indipendente.
Per esempio, si possono tracciare diversi diagrammi con ΔP preso come parametro (per es. 1 bar, 2 bar, 3 bar
ecc..) nei quali la portata risulta funzione della corrente nella bobina (che viene determinata attraverso la variazione
del duty-cycle; vedi paragrafo Cenni sull elettronica di controllo ).
E’ importante notare che, al variare del ΔP, a parità di corrente che scorre nella bobina, si avranno portate differenti.
Sarà bene, perciò, se si desidera avere una portata direttamente legata alla sola corrente di alimentazione
(e quindi al duty-cycle), che il ΔP abbia un valore costante. In caso contrario la portata ne verrà influenzata.
E’ altresì importante notare che più aumenta il ΔP, minore dovrà essere la corrente di alimentazione (cioè il dutycycle)
perché la valvola inizi ad aprire e perché si abbia, in generale, una determinata portata.
Per spiegare questo fenomeno vale la pena di descrivere come si svolge la prova di laboratorio che ci permette
di stilare i grafici portata - duty-cycle a pressione costante.
Si porta il ΔP ad un valore che dovrà rimanere costante, poi si alimenta la valvola con duty-cycle via via crescente
e si rileva la portata relativa ad alcuni valori di duty-cycle (per esempio 50%, 60%, 70% ecc.). Giunti al 100% del
duty-cycle, si inizia a scendere e si misura la portata per gli stessi valori: in generale i valori di portata rilevati durante
la chiusura (duty-cycle decrescente), saranno leggermente superiori a quelli rilevati durante l’apertura a parità
di segnale (duty-cycle crescente),. Questo fenomeno prende il nome di isteresi di portata e bisognerà tenerne